giovedì 11 giugno 2020

Step 24: la sintesi finale

Il termine paradosso è stato oggetto di studio, partendo dall’etimologia ed evidenziando l’origine greca della parola. In greco (paràdoxos) παράδοξος è composto di (parà) παρα-nel significato di "contro" e (dòxa) δόξα ossia "opinione"; significa quindi "verità che è in contrasto con il senso comune". Il paradosso può essere definito come un'affermazione, proposizione, tesi, opinione che, per il suo contenuto o per la forma in cui è espressa, appare contraria all’opinione comune. Più precisamente, in senso logico-linguistico, indica un ragionamento che appare invalido, ma che deve essere accettato, o un ragionamento che appare corretto, ma che porta a una contraddizione. Il termine paradosso e il suo significato ha percorso il tempo sino ai giorni nostri e ha trovato implicazioni in diversi settori della conoscenza umana. Oggi la parola può essere adoperata in senso oggettivo, denominando paradosso una tesi che sembra contraddire l’opinione comune o i principi generali di una scienza, ma che, all’esame critico, si dimostra valida. Il termine paradosso può essere utilizzato anche in senso soggettivo e in questo caso abbiamo una dimostrazione, che partendo da un presupposto falso e condotta con apparente rigore logico, si risolve definitivamente in un sofisma. Nel campo dell’ingegneria abbiamo il paradosso nell’apparecchio meccanico “doppio cono”, che sembra sfidare la forza di gravità, perchè spontaneamente risalire verso l'alto nel telaio in cui è montato. 
 Nel cinema, in particolare nei film di fantascienza, abbiamo il paradosso del nonno, utilizzato per dimostrare che i viaggi nel tempo non sono impossibili, ma si determina una linea di vita alternativa a quella vissuta dal protagonista viaggiatore nel tempo.
Nel campo della morale e nello specifico nell’etica irrazionale il paradosso lo riscontriamo nella capacità di deliberazione e di discernimento delle cose e dei comportamenti.
L’implicazione del termine paradosso è molto ricca nella cronaca, nella letteratura moderna e risorgimentale e nella filosofia contemporanea, secondo gli esempi riportati nel blog.



mercoledì 10 giugno 2020

Step 23: una mappa concettuale



Step 22: Una serie TV

I episodio

Nell'Inghilterra dei giorni nostri, un pittoresco scienziato e inventore, esperto nel campo della fisica e della meccanica, racconta ai suoi più stretti amici di aver trovato il modo di viaggiare nel tempo, ma non viene preso sul serio. Pochi giorni dopo, recandosi a cena presso uno degli amici, il protagonista si presenta in uno stato veramente pietoso: è molto  pallido, con l'espressione sconvolta e tutto il suo corpo è ricoperto di ferite e cicatrici e i suoi abiti sono sporchi e distrutti.

II episodio

Il protagonista racconta di aver costruito un mezzo in quarzo e avorio capace di viaggiare nel tempo, ma non nello spazio, e di aver navigato lungo la corrente del tempo fino a raggiungere l'anno 802.701, quando l'umanità risulta essere divisa in due specie viventi differenti, di cui la prima sono gli Eloi, creature fragili, infantili, gentili e pacifiche che conducono una vita di divertimento, di distrazione e di scarsa attività intellettuale.
Tra le genti degli Eloi stringerà una particolare amicizia con la giovane di nome Lisa, che aveva precedentemente salvato dalla morte per annegamento.

III episodio

Il protagonista scopre che la sua macchina del tempo è stata rubata, e nel cercarla s'imbatte nei Morlocchi, esseri mostruosi e ripugnanti che vivono nelle viscere della Terra, che escono la notte per cibarsi delle carni degli Eloi e che sono gli autori del furto.
Il protagonista aiuta gli Eloi nel combattere i Morlocchi, approfittando del fatto che vivendo essi sotto terra, temono la luce. Così riesce a recuperare la macchina del tempo, ma a seguito di un controattacco dei Morlocchi, Lisa perde la vita. Lo scienziato riesce a sopravvivere, ma , perso ogni interesse per quell'epoca, ripresa la sua invenzione e rimettendola in moto, ricomincia il viaggio. Si addentra ancor di più nel futuro e si ferma in un'epoca dove l'umanità si è estinta e restano solo enormi crostacei e lepidotteri. Un ulteriore salto nel futuro lo porterà, durante un'eclissi, a constatare l'assenza di forme di vita, in un pianeta ormai vecchio e alla fine dei suoi giorni. Infine riesce a tornare alla propria epoca d'origine.




giovedì 4 giugno 2020

Step 21: il paradosso nell'etica irrazionale

L’etica si fonda sulla ragione oppure sui sentimenti. Se si fondasse sui sentimenti allora anche elementi non umani dovrebbero essere riconosciuti come responsabili, da un punto di vista morale. Ciò è chiaramente discutibile perché non si può accusare un cane di omicidio e non si può condannarlo alla reclusione forzata, perché si assume che un cane sia incapace di facoltà di giudizio e, correlatamente, di capacità di deliberazione. Un cane è assunto come un elaboratore passivo e, come un computer, non si può imputarlo di nulla nelle sue azioni e ricade all’interno dell’accadimento naturale. D’altra parte, anche coloro che soffrono di patologie mentali sono in grado di provare sentimenti, ma anch’essi sono incapaci di comprendere i termini del discorso morale e riconoscerli come sensati né vengono riconosciuti come individui capaci di deliberazione (libertà) e di facoltà di giudizio (comprensione) ma senz’altro di provare emozioni o sentimenti. Dunque, la ragione implica, da un punto di vista morale, libertà deliberativa e capacità di comprensione del discorso morale. Analogo discorso vale per i bambini: anche i fanciulli hanno capacità di provare sentimenti ma sono ancora lontani dall’essere soggetti responsabili. Dunque, la ragione sembra comportare libertà, facoltà di giudizio e responsabilità. I sentimenti, invece, non sembrano essere in grado di discernere individui responsabili da individui irresponsabili.

mercoledì 3 giugno 2020

Step 20: nello Zibaldone di Leopardi


In una pagina dello Zibaldone, Giacomo Leopardi ci ha offerto una chiave di lettura per interpretare non soltanto la sua Poesia, ma tutta la grande Letteratura. Anche quando un’opera si limiti in apparenza a illustrare il male di vivere, il suo fine è sempre quello di riaccendere in chiunque legga il desiderio di vivere. Innalzando, così, il suo tasso di vitalità emotiva.

« Hanno questo di proprio le opere di genio, che quando anche rappresentino al vivo la nullità delle cose, quando anche dimostrino evidentemente e facciano sentire l’inevitabile infelicità della vita, quando anche esprimano le più terribili disperazioni, tuttavia ad un’anima grande che si trovi anche in uno stato di estremo abbattimento, disinganno, nullità, noia e scoraggimento della vita, o nelle più acerbe e mortifere disgrazie (sia che appartengano alle alte e forti passioni, sia a qualunque altra cosa); servono sempre di consolazione, raccendono l’entusia­smo, e non trattando né rappresentando altro che la morte, le rendono, almeno momentaneamente, quella vita che aveva perduta »..

Step 19: nell'utopia


Il progetto politico di Platone: uno Stato ordinato, governato dai filosofi, nel quale ognuno realizza le sue inclinazioni naturali, può sembrare incredibile, in termini moderni una utopia. Però, se l’utopia non è un sogno, ma un progetto, un “ideale” – anche se certamente molto difficile da realizzare –, allora non è impossibile. Platone credeva nella realizzazione di uno Stato governato secondo le norme della sapienza filosofica, e lo dimostrò durante tutta la sua vita: fece ripetuti viaggi in Sicilia allo scopo di convincere i tiranni di Siracusa a mettere in pratica il suo programma politico; ma i risultati, come egli stesso ammise nella Settima Lettera, furono fallimentari.

 Repubblica, 502 a-c

 [502 a] [...] – Ammettiamo pure, feci io, che essi siano convinti di questo. Ma potrà uno contestare quest’altro punto, che cioè da re o signori non possano nascere figlioli con naturale disposizione alla filosofia? – Nessuno, rispose. – E può uno dire che, anche se nati con questa disposizione, devono necessariamente essere corrotti? Anche noi riconosciamo che è difficile che si salvino, ma c’è chi oserà [b] sostenere che nell’intero corso del tempo tra tutti non se ne salvi mai nemmeno uno? – E come? – Certo che, continuai, se ce n’è anche uno solo e dispone di uno stato obbediente, sarà capace di realizzare tutto ciò che ora è incredibile. – Sí, capace, rispose. – Se, ripresi, un uomo di governo impone quelle leggi e quelle forme di vita che abbiamo descritte, non è certamente impossibile che i cittadini consentano a osservarle. – No, assolutamente. – Ma è strano e impossibile che anche per gli altri valgano le norme che valgono per noi? – Credo di no, [c] disse. – Ebbene, che si tratti di norme ottime, sempre che realizzabili, l’abbiamo dimostrato esaurientemente, credo, nella discussione di prima. – Sí, in modo esauriente. – Ora, come sembra, possiamo concludere che le nostre norme legislative sono ottime, se realizzabili; ma difficili a realizzare, per quanto non impossibili. – Possiamo concludere proprio cosí, rispose.

Step 18: nella filosofia contemporanea

Il Paradosso della tolleranza è un celebre passo di Karl Popper, filosofo ed epistemologo austriaco del ‘900, riguardo la tolleranza. L’aforisma è parte di un passo divenuto molto famoso negli ultimi anni, dal suo libro “La società aperta e i suoi nemici”. Cerchiamo dunque di interpretarlo ed evidenziarne alcuni spunti riflessivi.

“Noi dovremmo quindi proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti."

Popper scrisse queste riflessioni a seguito dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Infatti, più generalmente il testo, da cui proviene questo paradosso sulla tolleranza, teorizza una “società aperta”. Al centro del sistema sociale e politico non vi deve essere semplicemente una definizione astratta di libertà. La libertà, anzitutto individuale, si persegue in ogni aspetto del vissuto, in maniera critica, discussa, condivisa, correggibile.

Non si tratta di attenersi ad una costituzione che proclama la libertà in cambio di un compromesso politico, come quello democratico, ove molto spesso la libertà di potersi esprimere si tramuta nella tirannia della maggioranza, da una famosa espressione di Tocqueville. Popper,  quando tratta delle mosse contro gli intolleranti, fa esplicito riferimento al ruolo dell’opinione pubblica. E lo fa proprio in merito al “paradosso democratico”.